martedì 6 maggio 2014

Vittima delle scelte.

Ore 6:45 suona la sveglia.

Mi precipito cadendo dal letto per staccarla in tempo, prima di far svegliare mia nonna, la quale nonostante russi nella stanza accanto, riesce a captare ogni suono fino alla distanza di un km.
La stacco, consapevole della sveglia successiva puntata per le 7:00.
Nel quarto d'ora di sonno recuperato, sogno di essermi alzata lavata sistemata, pronta per andare all'università. 
Peccato che la sveglia infrange questo sogno felice, per ricordarmi che devo rifare di nuovo tutto.

Ad occhi chiusi inizio a valutare le ipotesi: 

1. Se non mi alzo perderò l'autobus ma soprattutto perderò due ore di "Chimica dei materiali" dove la professoressa non fa altro che: 
  • litigare con il suo MAC ultra-costoso, 
  • perdere le slides necessarie per la lezione, 
  • saltare 50 slides con la simpaticissima frase "Vabbè questo ve lo fate voi perchè mi secco" 
  • spiegare il rimanente appiccicando quattro parole in croce.
2. Se rimango a letto:
  •  potrò dormire un oretta in più, 
  • potrò fare finalmente colazione, 
  • potrò studiare ininterrottamente nella speranza che mia nonna non incominci a stressarmi.
Ovviamente da persona supermegaintelligente ma soprattutto morta di sonno, ho optato per il mio dolce e caldo lettino.

Sono riuscita a dormire per un'altra mezz'oretta, poi mia nonna molto serenamente viene vicino al mio letto e mi sveglia dicendomi: 

"Ludo ma dormi? Non vai all'università? Perché? Lo sai che stanno costruendo una tettoia quelli di sotto? Ma lo possono fare? Ma perché il cane della signora di fronte non lo portano fuori?"

In quell'esatto minuto nasceva in me un forte istinto omicida, 
peccato che non riusciva a superare l'istinto zombie che mi portava a trascinarmi fino alla cucina.

Dopo aver preparato e bevuto il mio amabile thè accompagnato dalle Desperate Housewives alla tivù, decido di iniziare a studiare, in pigiama mi viene meglio.

Guardo la finestra e vedo il sole.
E' da diversi giorni che non si vedeva, tra freddo gelido, grandinate come piogge di meteoriti e nuvole nere, avevo un po' perso la speranza per questa primavera altalenante.

Allegra e felice riprendo il mio lavoro, quando arriva mia nonna: 
"C'è il sole, stendi i vestiti che si asciugano subito"
Riesco a studiacchiare qualche oretta, raggiungendo il traguardo di aver capito un passaggio che mi ha tenuto bloccata per un bel po' di tempo.

Dopo aver pranzato, mi concedo un attimo di relax sul divano e poi riprendo a studiare.
Dopo dieci minutini arriva di nuovo mia nonna:
"Raccogli i vestiti che si sono asciugati e stendi gli altri".

Dopo aver fatto tutto torna da me:
"Ma hai sentito tua sorella? Come le è andato il compito? Mi fai fare una chiamata con il cellulare quanto chiamo a tuo zio? Ma sai, mi hanno detto che è a Roma.. Hai visto Forum? C'era una mamma che diceva al figlio di non preoccuparsi se lo bocciavano.."

Perché non sono andata all'università stamattina?